Il lungo, lungo sentiero tra le paludi e dentro ai boschi, chi è stato a solcarlo? L’uomo, l’essere umano, il primo ad arrivare. Non c’era sentiero prima di lui.
A seguire qualche animale aveva calcato quelle lievi impronte sulla brughiera e sulle paludi rendendole piú evidenti e dopo ancora qualche lappone aveva cominciato a fiutare il sentiero e a percorrerlo nelle sue traversate, di montagna in montagna, dietro alle renne.
Cosí si era formato il sentiero nel vasto demanio di nessuno, nella terra senza padroni. L’uomo arriva a piedi diretto verso nord. Porta uno zaino, il primo zaino, che contiene provviste e qualche arnese.
L’uomo è forte e rozzo, ha la barba rosso ruggine e piccole cicatrici sul volto e sulle mani – ferite di lavoro o di guerra? Forse è inseguito dalla legge e sta cercando un nascondiglio,
forse è un filosofo che cerca pace, in ogni caso eccolo che arriva, un essere umano in quell’immensa solitudine. Cammina e cammina e, mentre gli animali e gli uccelli tacciono intorno a lui, ogni tanto parla tra sé e sé:
Oh Signore! esclama. Superate le paludi, arriva in un punto accogliente dove un campo si apre tra i boschi, quindi posa lo zaino a terra e comincia a girovagare sondando le condizioni del luogo.
Dopo un po’ torna indietro, rimette lo zaino in spalla e riprende a camminare. Va avanti cosí tutto il giorno, vede il sole tramontare e, quando cala la notte, si butta tra le eriche col braccio sotto la testa.
Germogli della terra – Knut Hamsun
Legge per noi: Giangiacomo MorozzoRicevi ora il prossimo racconto ancor prima di essere pubblicato! Compila il form.

