Kitty.
[ENGLISH]
A poem created during and after the death of my good friend and next door neighbour Hilary Bockham. Hilary died of Mesothelioma lung cancer in December 2021. Kitty her cat is like Hilary. She’s a Queen and is loved by everyone in our condominium. She is still here and reminds me every day to live like Hilary did, with style.
I see her eyes through the tiny opening in the shutter,
she holds my gaze until I let her in.
I open the window and step back.
Turn my head quickly to break eye contact,
She refuses to enter if I watch her climb in.
She slinks around the place,
Like a shadow, in her full black coat.
Inspects the spilt tea on the floor,
To walkez around it to bring it to my attention
Judging me for my lazy, morning crime.
She struts passed my new house plant,
Takes in its scent and glances at me to offer a seal of her approval.
She leaps onto my dining chair and takes her throne.
It’s an honour.
She sits in your seat,
She’s the only one that ever could.
It shows her courage and her power,
She makes me nostalgic.
I would make you a black tea with a splash of cold water.
We would read each other our prose,
Yours, composed with style and precision,
Mine, rushed, nervous and chaotic.
Head of state, a sovereign.
Monarch Kitty!
She basks in the morning sunlight.
Tip toes over the terracotta roof tops
Welcoming attention from the children opposite.
Day or night,
She rolls around the hot tiled floor of the terrace
Basks in the moonlight as it rises between the mountains
The only noise that features is a motorbike
or the sound of the mystery woman singing.
But it’s not over when the fat lady sings
Kitty’s still here,
You’re not,
she’s holding your fort.
Like an aristocrat, an aristo-cat
She feeds from our neighbours
We are her butlers, her palace staff.
Milk served in goblets, gourmet mon petit with duck, chicken & turkey.
A truly grand affair laid out with colourful hand painted plates.
She masters the art of this kingdom.
Regains her rule and slinks back through my office window.
Like a lady in waiting, she stares at the closed window leading back to your terrace.
She needs my help to leave.
You needed my help when you left,
I passed you your water and helped you drink it through a straw.
I made you soup when you were struggling to swallow.
I sat with you in silence whilst you struggled to breathe.
Careful not to startle her,
I open the window, stand back and curtsy.
To save her dignity I avoid her eye contact, so she can escape on her own.
Careful not to startle you,
We carried you to your bed.
To save your dignity, I covered you with a blanket and left you to make your departure.
Once she has gone
I close the window,
mop up the tea and await tomorrow mornings visit.
Once you had gone,
The sky filled with a thousand bright pink clouds,
The heavens opened up to an angel.
[ITALIANO]
Una poesia composta durante e in seguito alla morte della mia cara amica e vicina di casa Hilary Bockham, morta nel dicembre del 2021 per un mesotelomia pleurico. La sua gatta, Kitty, è come lei: una Regina amata da tutti noi condòmini. Lei è ancora qui e mi ricorda ogni giorno di vivere come ha fatto sempre Hilary, con stile.
Le vedo gli occhi attraverso il piccolo spazio tra le persiane,
sostiene il mio sguardo fino a quando la faccio entrare.
Apro la finestra e faccio un passo indietro.
Mi volto subito per spezzare il contatto visivo,
si rifiuta di entrare se la vedo salire a bordo.
Si muove furtiva intorno,
come un’ombra, nel suo manto tutto nero.
Ispeziona il tè caduto per terra,
ci valzeggia intorno per farmelo notare
giudicandomi per il mio pigro crimine mattutino.
Avanza solenne oltre la mia nuova pianta,
fa suo quel profumo e mi guarda offrendomi il sigillo della sua approvazione.
Salta sulla sedia dove mangio e ne fa il suo trono.
È un onore.
Siede sulla tua sedia,
è l’unica che avrebbe mai potuto.
Mi mostra il suo coraggio e il suo potere,
mi rende nostalgica.
Ti farei un tè nero con uno spruzzo di acqua fredda,
ci leggeremmo un po’ di prosa, la nostra,
la tua, scritta con stile e precisione,
la mia, affrettata, nervosa e caotica.
Capo di Stato, un sovrano.
Monarca Kitty!
Si crogiola nella luce del mattino.
Zompetta sulle tegole del tetto in terracotta
Attirando la gradita attezione dei bambini di fronte.
Giorno o notte,
dondola sul pavimento piastrellato del balcone
si crogiola sotto la luna appena sorta tra le montagne.
Si sente solo il rombo di una moto
o il suono della misteriosa donna che canta.
Ma non finisce quando canta la signora grassa.
Kitty resta lì,
tu non ci sei,
protegge il tuo fortino.
Come un’aristocratica, un’aristogatta
viene nutrita dai vicini.
Siamo i suoi camerieri, il personale della reggia.
Latte servito in coppe, gourmet mon petit con anatra, pollo e tacchino.
Un pasto per palati fini servito su coloratissimi piatti dipinti a mano.
Padroneggia l’arte di questo regno.
Rivendica il suo status e torna furtiva dalla finestra del mio studio.
Come una donna in attesa, fissa la finestra chiusa che dà sul tuo balcone.
Ha bisogno di me per andare via.
Tu hai avuto bisogno di me quando sei andato via.
Ti ho dato l’acqua e ti ho aiutato a berla con una cannuccia.
Ti ho preparato la minestra quando facevi fatica a inghiottire.
Mi sono seduta con te in silenzio mentre facevi fatica a respirare.
Attenta a non spaventarla,
apro la finestra, faccio un passo indietro e mi inchino.
Per tutelare la sua dignità, evito il contatto visivo, in modo che fugga senza il mio aiuto.
Ti abbiamo trasportato a letto.
Per tutelare la tua dignità, ti ho tirato su la coperta e lasciato solo per prepararti alla partenza.
Non appena se ne è andata, chiudo la finestra,
pulisco il tè e aspetto che torni domattina.
Non appena te ne andasti,
il cielo si riempì di centinaia di nuvole di un rosa acceso
come se si fosse schiuso per lasciare entrare un angelo.
