Ecco arrivare la deliziosa stagione dei boulevard! Da marzo a giugno, sono il solo posto al mondo in cui ci si sente vivere appieno, d’una vita attiva e vagabonda, la vera vita di Parigi.
Un torrente di uomini dal cappello nero scorre dalla Madeleine alla Bastiglia, e un incessante brusio di voci, simile al rumore di un fiume in piena, si alza e si disperde nell’aria leggera della primavera.
Quel rumore vago è composto da tutti i pensieri, da tutte le idee che nascono, passano e spariscono ogni giorno a Parigi. Come delle mosche, le notizie ronzano al di sopra della corrente di sfaccendati; passano da uno all’altro, fuggono nelle strade, volano fino ai confini estremi della città.
Gli alberi cominciano a rivestirsi. Si cammina lentamente, sotto la verde ombra delle foglie appena nate, e si ritrovano tutti i volti familiari, poiché i frequentatori del boulevard si conoscono l’un l’altro come i borghesi nelle piccole città.
Tutti i giorni, le stesse persone si incontrano negli stessi luoghi. Poco importa il loro nome, non lo si saprà mai! Si è sicuri d’incontrare quello lì davanti a Tortoni, quello là davanti a Bignon, quell’altro davanti all’Americano.
Ci si dice: “Toh, eccone uno che da qualche tempo invecchia rapidamente.” Oppure: “Ma guarda, come mai quel grosso signore non porta più la barba?”
Prima di noi, altri uomini hanno fatto la stessa passeggiata quotidiana lungo questo stradone su cui passa la vita di Parigi; e prima di loro ce n’erano altri ancora. E di sicuro, in un futuro lontano, si continuerà a passeggiare bighellonando davanti alle ampie vetrine del lungo viale.
Scrivere la storia del boulevard sarebbe come scrivere la storia di Parigi. Ogni casa richiama un ricordo.
Legge per noi: Jenny Luchini