Mario Desiati: vincitore Premio Strega 2022
Mario Desiati è uno spatriato: nato nel 1977 a Martina Franca, in Puglia, ha dovuto come tanti scegliere di partire, di espatriare per potersi esprimere e affermare.
La gavetta l’ha però iniziata nella sua terra d’origine, dove è stato un giornalista di cronaca locale per molti anni. In seguito, è divenuto caporedattore della rivista “Nuovi Argomenti”, da sempre baluardo culturale e letterario, e ha lavorato nelle case editrici Mondadori e Fandango.
Si è poi trasferito a Berlino, definita proprio da lui come una città in cui «i morti parlano e si sentono perché, nonostante sia piena di giovani e bambini, le ferite del Novecento non vanno via».
Ancora oggi, nonostante viva a Roma, ci si rifugia spesso per trovare l’ispirazione e realizzare le sue storie.
Desiati incarna quindi, involontariamente, un prototipo: è nato a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, viene della provincia, ha deciso di emigrare (espatriare, addirittura) per affermarsi ed esprimersi, imboccando senza esitazioni la strada che sognava per sé stesso.
Tuttavia, questa è solo una prima lettura superficiale della sua biografia: l’autore per primo ha spesso affermato di non voler essere definito entro dei margini precisi e lo ha ripetuto spesso anche dei personaggi del suo Spatriati, romanzo vincitore del Premio Strega 2022.
Il libro vincitore
I protagonisti sono Claudia Fanelli e Francesco Veleno. Lei è sicura di sé, fuori dalle righe, insofferente a causa della vita di paese. Lui è timido e introverso, più pacato nei gesti e nei modi. Apparentemente non hanno nulla in comune, ma l’attrazione tra i due è forte e li spinge ad avvicinarsi per conoscersi. L’intesa arriva subito e li rende indispensabili l’uno per l’altro.
Spatriati non è però soltanto una storia d’amore, racconta anche un’intera generazione del Sud Italia: donne e uomini insofferenti al provincialismo, timorosi all’idea di partire, dubbiosi di fronte alle etichette, scontenti e a volte arrabbiati.
Tra le tematiche principali, quindi, l’accettazione di sé e dell’altro, il bisogno di integrarsi, l’esplorazione di un mondo sessuale più fluido rispetto al passato.
Il titolo “sbagliato”
Il termine Spatriati deriva dal dialetto dell’autore, in cui si pronuncia [spatriètə]. È, quindi, una parola che può essere utilizzata sia per il femminile che per il maschile, perché contiene la schwa. In italiano è stato riportato al maschile. Può assumere diverse sfumature di significato, e non riguarda soltanto l’emigrazione. Desiati a tal proposito ha affermato:
«Spatriato a volte è anche un insulto, un modo per definire in modo spiccio una persona che non ha un posto fisso, non ha un’identità chiara rispetto agli altri. Altre volte è un modo simpatico per definirsi fuori dal coro. Altre volte ancora è semplicemente un’identità fluida, forse più libera, come sono i personaggi di questo romanzo.»
Le altre opere di Mario Desiati
Mario Desiati ha deciso di tornare proprio nella sua amata Berlino per la stesura del nuovo romanzo: ha in programma, infatti, un nuovo libro, di cui però ora non si hanno notizie certe per quanto riguarda la trama e i personaggi. Quello che è trapelato è che questa volta sarà la città di Taranto a fare da sfondo. Tra le sue altre opere ricordiamo Vita precaria e amore eterno (Mondadori, 2006), Il paese delle spose infelici (Mondadori, 2008) e Candore (Einaudi, 2016).
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