Roger Ballen
Roger Ballen - Foto: Marguerite Rossouw (www.rogerballen.com)

Roger Ballen: fotografo della mente

Fotografo ricercatore, sperimentatore, sempre in cammino tra i paesi e tra i meandri della mente umana. Nato a New York nel 1950 si laurea in psicologia, elemento predominante della sua arte assieme alla passione per i viaggi da affrontare con la macchina fotografica in mano. Percorre luoghi insoliti di Asia e Africa, quasi sempre camminando a piedi. 

Cambiando direzione di studi, si dedica alla geologia e dopo un dottorato in Economia dei minerali si trasferisce a Johannesburg dove, grazie ai suoi molteplici spostamenti in paesi sconosciuti, inizia a fare il documentarista. Ballen non è però attirato dai luoghi e dalla vita quotidiana, ma dalle persone che vivono ai margini, quelli che si potrebbero definire derelitti della società, i malati mentali, i discriminati, i senza tetto e con i quali costruisce un mondo a parte silenziosamente presente e reale e volutamente ignorato dalla società. 

Immagini forti che sono fotografie della mente, della follia, della pazzia, in un mondo senza regole, in ambienti angusti, tetri, sporchi eppure sempre con qualcosa di teatrale, talmente vere da divenire inconsapevolmente artefatte. 

Roger Ballen
The place of The Upside down, Senigallia (AN)

Una drammaturgia voluta e studiata da Ballen che cerca l’umanità in ciò che non appare umano, e per farlo frequenta la vita quotidiana dei manicomi, dei clochard, delle baracche fatiscenti, delle carceri e delle vie sudicie delle città. È l’esplorazione della mente sia di coloro che diventano protagonisti delle sue foto, sia della propria, come fotografo e uomo, sia dello spettatore che davanti alle immagini è costretto a prendere conoscenza dei luoghi più nascosti della sua mente con tutte le sue brutture e paure.

Roger Ballen
The place of The Upside down, Senigallia (AN)

C’è un legame profondo con quella che viene chiamata Art Brut, l’arte brutale e immediata fatta da persone che non hanno tecnica, né formazione, né conoscenza e che, nell’evoluzione infinita dell’animo di Ballen, arriva a essere risolta con il termine proprio di Ballenesque. Una nuova parola che però richiama anche il carnevale inteso non come momento di festa, ma con il suo significato più antico, quello della messa in scena di un mondo rovesciato che è, appunto, quello caro a Ballen con un’umanità sempre divisa tra opposti.

Roger Ballen
“Into the Light”, padiglione Sudafrica, Biennale di Venezia 2022

Un lungo cammino di crescita personale aiutato anche dai disegni, dagli appunti e dalla produzione di alcuni cortometraggi che mantengono inalterati, anzi sottolineano, i capisaldi della sua fotografia. Negli ultimi anni sta anche sperimentando la fotografia a colori dopo quasi cinquant’anni di bianco e nero.

Roger Ballen
“Into the Light”, padiglione Sudafrica, Biennale di Venezia 2022

Ha pubblicato oltre 25 libri di fotografie pubblicati da importanti case editrici d’arte, ed è esposto in più di 50 musei. Attualmente è presente alla Biennale di Venezia come rappresentante del Sudafrica insieme a Lebohang Kganye e Phumulani Ntuli, mentre a Senigallia (An) è in corso la sua personale The place of The Upside down e alla Hungarian House of Photography – Mai Manó House la mostra Ballenesque – The World According to Roger Ballen.

Official Website: https://www.rogerballen.com

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