Non è certo la prima volta che Christopher Nolan travalica il confine che separa un blockbuster da un film d’autore, ma con Oppenheimer sembra che camminare in bilico lungo questa linea di demarcazione sia l’azione più naturale del mondo – naturale nel senso stretto del termine.
Senza entrare nel merito di una discussione in cui proliferano con la stessa velocità detrattori e fan sfegatati del regista, si può affermare, senza criticità e senza prese di posizione incancrenite, che quella che abbiamo di fronte è un’opera di pregevolissima fattura sotto svariati aspetti. Oppenheimer sancisce la fase della maturità del regista, libera da personalismi e autoreferenzialità, improntata sulla dimensione emotiva dei personaggi.
La gestione della tensione è incredibile; a esaltarla, un comparto sonoro che fa la differenza, specialmente in sala. Lo spettatore si trova davanti un film che sembra sempre sul punto di esplodere. Regia e fotografia sono dettagliate e articolate su primi piani che non lasciano nascosta alcuna emozione. Superlativa è poi l’interpretazione di Cillian Murphy e Robert Downey Jr, che spiccano in un cast eccezionale, tra pezzi di bravura di ogni attore e attrice.
La sceneggiatura è perfettamente bilanciata e non solo affronta con intelligenza i temi principali – scientifico, morale, politico –, ma fa in modo che per tutta la durata della pellicola si compenetrino vicendevolmente.
Scienza, morale, politica: un intreccio esplosivo
Come si evince dal titolo e come la maggior parte di voi saprà, tanto è stata massiccia la campagna pubblicitaria messa in moto, la pellicola racconta la storia di J. Robert Oppenheimer, fisico statunitense a capo del Progetto Manhattan. A scandire la sua vita, due piani temporali – feticcio di Nolan – che intervallano l’evento più epocale a cui l’umanità abbia assistito: il lancio della bomba atomica.
Nel mettere in scena gli eventi che hanno a che fare con le conseguenze della bomba atomica, la scelta del bianco e nero accentua questa scissione, come se insieme alle vite e agli scrupoli morali l’esplosione avesse rubato tutti i colori del mondo. Ma la questione morale ben presto diventa una questione politica, sommergendo l’indagine interiore che avrebbe potuto discernere giusto e sbagliato.
«Ora sono diventato Morte, il distruttore di mondi» (Bhagavad Gita, 11, 32): Oppenheimer fa proprie le parole di Vishnu, ormai consapevole di aver consegnato all’umanità il potere di Dio, il potere di distruggere il mondo. Persiste tuttavia nell’ambiguità, perché «il padre della bomba atomica» si aspetta l’assoluzione del mondo, convinto che la scoperta scientifica possa essere ripulita da ogni incrostatura morale.
Oppenheimer e Prometeo
Il ruolo di Prometeo nell’evoluzione umana è cosa piuttosto nota, anche per chi non avesse particolare dimestichezza con la mitologia greca. Rubò il fuoco agli dei e ne fece dono agli uomini, affinché sviluppassero gli strumenti per progredire nel loro cammino evolutivo; quel fuoco che era per l’appunto simbolo sia di vita che di conoscenza, e senza il quale all’uomo non sarebbe rimasta che la grigia cenere della propria miseria.
«Una rivoluzione si compie sempre contro gli dei, cominciando da quella di Prometeo, il primo dei conquistatori moderni. Si tratta di una rivendicazione dell’uomo contro il proprio destino» (Il Mito di Sisifo, Albert Camus)
Se il rapporto in esame è quello fra natura e tecnica, laddove la prima ha sempre orientato la seconda, e la seconda plasmato la prima, in uno scambio dialogico che si protrae dall’antichità, la bomba atomica segna un punto di non ritorno, nel quale la tecnica ha raggiunto un potere così soverchiante da essere in grado di distruggere la natura.
Nolan ha restituito un’immagine neutra di Oppenheimer, sospendendo ogni giudizio morale. L’immagine di un uomo tormentato da una scelta sempre in bilico fra scrupoli morali e manie di grandezza, compattati in un dualismo inestricabile; di un uomo che ha convissuto con la consapevolezza di aver rubato – ancora una volta – il fuoco degli dei, e averlo dato a istituzioni non in grado di gestirne il terribile valore.
Superata la morte di Dio, è il potere di sostituirvisi la più grande condanna dell’umanità. Ed è esattamente questa l’irreversibile via intrapresa. L’uomo non si è accontentato della morte di Dio: lo ha sostituito.
Alcune foto presenti sul sito provengono, salvo dove diversamente specificato, da internet e si ritengono di libero utilizzo. Se la pubblicazione non fosse ritenuta consentita, il legittimo proprietario può contattarci scrivendo a cc@nextaudiolibri.com: l’immagine sarà rimossa oppure accompagnata dalla firma dell’autore, laddove non presente.