Il trio più eclettico che c’è
Se volete fare un viaggio indietro nel tempo, attraverso tutto ciò che avete ascoltato nella vostra vita, e volete concentrare il tutto in un solo brano hip hop e punk groove, progressive e jazz, vocalismi e scat… c’è solo una band in grado di farvi fare questa esperienza.
Sono gli Oliphantre, trio composto da Leila Martial alla voce, Francesco Diodati alla chitarra e Stefano Tamborrino alla batteria. Con pezzi scritti dal chitarrista Diodati, che a dispetto della giovane età vanta una lunga carriera come solista e sideman di grandi jazzisti come Enrico Rava, con il ritmo fantasioso di Tamborrino e una cantante-performer che aveva la passione del jazz fin da bambina, che ha esplorato la musica in lungo e in largo e che ha studiato da clown.
Insomma, quando ascolterete un pezzo di questo gruppo, e ancor di più andrete a un loro concerto o vedrete un loro videoclip, resterete strabiliati.
Il trio è nato dopo il Südtirol Jazz Festival di Bolzano 2016, quando il chitarrista ha proposto al batterista e alla francese Leila Martial una «nuova avventura» fatta di libertà di stile, improvvisazione, provocazione, il tutto partendo dalle esperienze passate di ognuno dei tre musicisti. C’è molto hip hop e punk in questo loro jazz-rock, ma definirli non è possibile.


«Non c’è un’ispirazione particolare né un’estetica definita», spiega Francesco Diodati, compositore e fondatore del gruppo. «Per me è importante lo spirito improvvisativo e la ricerca del rischio che permea il jazz, o almeno quello che piace a noi», continua.
Ecco che una cantante come Leila può affrontare con sfrontatezza cantati punk, dividere il tempo con la maestria dello scat o l’energia dell’hip hop, il tutto con il viso pulito della ragazzina senza fronzoli e la consapevolezza della jazzista d’esperienza. Ecco perché Diodati preferisce non parlare di stili, bensì di «modi di approcciare il mondo». E un brano è molteplice e mai si limita a un solo genere, a un solo ritmo, a una sola modalità timbrica.
E se vi state chiedendo il perché del nome Oliphantre, soddisfo in parte la vostra curiosità: è nato da una crasi, tra significati e ispirazioni. Si chiama olifante l’antico corno in avorio intagliato, suonato in epoca medievale e reso famoso anche dai poemi cavallereschi come la Chanson de Roland. La line-up in tre e altre suggestioni linguistiche completano questo nome, che resta misterioso e unico, per un trio come nessun altro.
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