Ode alla volpe
Questo simpatico canide è associato all’astuzia, alla furbizia, ai furti di galline, predatore rapido e scattante, ed è per questo che da sempre è presente nelle favole moraleggianti, greche, latine, europee (Esopo, Fedro, La Fontaine).
Non solo, nel Medio Evo diventa protagonista di una miriade di storie zooepiche dell’epopea animalistica.
1. Roman de Renart
La volpe qui ha un nome proprio, Renart o Renard, personaggio talmente celebre da sostituire in Francia l’antico termine goupil. Vive a Malpertugio, è sposato con Hermeline, da cui avrà tre figli.
Si sente talmente criminale che è l’unico, vista la sua coscienza sporca, a non presentarsi all’udienza plenaria indetta dal Re Leone Nobile.
Oh, le cose orribili che ha fatto. Ysengrin il Lupo è il primo a protestare per le sue malefatte. È chiaro a tutti che bisogna pur far qualcosa! Le storie sono tante, tante sono le branches. Qui ricordiamo il duello con il gallo Chantecler (nome a voi familiare?).
Lo sconfitto verrà impiccato. Ne prende talmente tante (perde un occhio e un orecchio) che trova l’unica soluzione possibile: finge di esser morto, e non si scuote né si muove.
Lo lasciano lì, sulla nuda terra, e gli animali, Re Nobile compreso, tornan tutti a casa in allegrezza.
Azione forse vile, però in questo modo sopravvive, e può riprendere le sue azioni criminose.
2. Il Gatto e la Volpe
Collodi fa entrare in scena la Volpe zoppa che guida il Gatto cieco con un saluto garbato rivolto al povero Pinocchio, sfortunato a incontrare i cattivi compagni proprio quando aveva ricevuto in dono cinque monete d’oro da Mangiafoco il burattinaio e pensava di riparare le sue marachelle comprando per Geppetto una bella casacca nuova e per sé l’abbecedario.
Che sfortuna, certo, ma che gran bella trovata, quella del paese dei Barbagianni e del Campo dei miracoli: basta seminare gli zecchini, innaffiarli con acqua di fontana e gettarci sopra una presa di sale che il giorno dopo vedrai che pianta!
E per fortuna, poi, che non avevano appetito, e all’osteria del Gambero Rosso la nostra cara Volpe si sbafa una semplice lepre con un leggerissimo contorno di pollastre ingrassate e di galletti di primo canto e un cibreino di pernici, starne, conigli, ranocchi, lucertole e uva paradisa, il cibreo toscano amato da Caterina de’Medici e che tra l’altro i due non pagano perché son persone troppo educate per farlo. E poi i due assassini, il cianchetto del Gatto, la corsa lunga e affannosa, il nuovo incontro, il furto.
In guardia, però, che i quattrini rubati non fanno mai frutto.
3. Il piccolo principe
Potevamo esimerci dal menzionare la volpe dalle grandi orecchie che vive nel deserto, amica del piccolo principe e dunque dei bambini? No, ovviamente. Saint-Ex è legato al fennec perché quando con il suo aereo si schiantò nel deserto si interessò a lui, ne seguì le tracce, le abitudini alimentari e di vita.
Forse per questo affida proprio alla volpe la frase più celebre di questa storia, il suo segreto. Compare in un momento di grande sconforto per il protagonista, e il loro dialogo è incentrato sull’accezione positiva della parola addomesticare, cioè crearsi legami a vicenda per rendersi indispensabili.
Epuriamo le connotazioni negative su questa azione, nessun rapporto di forze, nessuna violenza, nessun utile, se non l’amicizia, il rispetto, l’amore reciproco. Per apprivoiser bisogna avere pazienza e non parlare per non creare malintesi. Così si diventa responsabili dell’altro per sempre.
Dimenticavo il segreto del fennec.
Si vede bene soltanto con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi.
La volpe, insomma, è davvero il mostro spietato e perfido delle favole che commette azioni riprovevoli, malsane, menzognere o è la nostra mancanza di fiducia nei suoi confronti a tenerla lontana, a non rendere possibile un rapporto di amicizia? Però che storie che ne sono nate, che racconti abbiamo scritto per restare vigili e proteggere le nostre galline!
Bibliografia:
Vita e morte avventurose di Renart la volpe, a cura di Massimo Bonafin, Edizioni dell’Orso, 2012.
Carlo Collodi, Le avventure di Pinocchio, Einaudi, 2014.
Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, traduzione di Leopoldo Carra, Mondadori, 2015.