Niente di nuovo sul fronte occidentale - Foto di un soldato spaventato

Niente di nuovo sul fronte occidentale

Accettare la verità

Fresco di diversi premi agli Oscar 2023 (miglior film internazionale, miglior fotografia, miglior scenografia e miglior colonna sonora), Niente di nuovo sul fronte occidentale è il terzo adattamento cinematografico (dopo quelli del 1939 e del 1979) dell’omonimo romanzo di Erich Maria Remarque.

La pellicola è ambientata durante la seconda fase della prima guerra mondiale e racconta le gesta di quattro compagni di scuola (Paul Bäumer, Albert Kropp, Franz Müller e Ludwig Behm) che si arruolano nell’esercito tedesco e che nella primavera del 1917 intraprendono il percorso verso la guerra. L’entusiasmo è alle stelle, guidato da una visione romanticizzata della guerra, luogo dove riscoprire e difendere i valori della Nazione.

All’arrivo in trincea, tuttavia, dopo una lunga marcia, sotto le bombe crollano indistintamente corpi e illusioni. La guerra non è assolutamente come i quattro ragazzi se la erano immaginata.

Niente di nuovo sul fronte occidentale - Foto Soldati

L’orrore della guerra

L’odore di fango e morte striscia subito lungo le narici dei giovani soldati, il sapore di polvere da sparo e il ferro del sangue ne riempie il palato, l’udito viene schiacciato dal rumore incessante degli spari e delle urla: intorno a loro vedono e toccano soltanto l’orrore della guerra.

L’eccitazione lascia immediatamente spazio alla paura e all’istinto di sopravvivenza, immortalati dall’ottima fotografia di James Friend, pulita e minuziosa, che riesce a cogliere i dettagli espressivi dei volti sui quali si posa. Le inquadrature staccano freneticamente da un primo piano all’altro, soffermandosi ogni volta sulle espressioni terrorizzate.

Ludwig muore la prima notte, tra lo sguardo attonito degli amici. Fortunatamente gli altri vengono tempestivamente strattonati dalla realtà, nella fattispecie da due soldati più anziani, riuscendo così a superare indenni, almeno fisicamente, il primo scorcio di guerra.

Affiancati dai due “veterani”, in particolare dal soldato Stanislaus “Kat” Katczinsky, inizia un percorso di consapevolezza, segnato da violenza, dolore e accettazione.

Niente di nuovo sul fronte occidentale - Foto soldato in trincea

Consapevolezza e accettazione

Guidati dall’esperienza altrui, dopo aver perso un compagno e averne guadagnati due, riusciranno a proseguire lungo il tortuoso cammino della sopravvivenza, condividendo anche fugaci momenti di gioia e spensieratezza, come a spezzare gli interminabili intervalli di concentrazione, terrore e morte che si susseguono senza tregua in una guerra.

Ciò che matura gradualmente è la presa di coscienza di essere, ogni giorno, a un passo dal morire, e che la morte stessa è ovunque sul campo di battaglia, dove senza sosta vengono trascinate via le anime di giovani vite che hanno combattuto una guerra d’altri. È una verità sofferta, ingiusta, indifendibile, ma la si accetta, perché ormai non si può far altro: uccidere o essere uccisi.

Niente di nuovo sul fronte occidentale non è certo la prima opera che ritrae gli orrori della guerra – basti pensare a due capolavori del genere come Apocalypse Now (1979) e La sottile linea rossa (1998). Eppure riesce in modo eccellente a mostrare come la visione della guerra, che gli ufficiali farcivano di patriottismo, valori e senso dell’onore nei loro spot di reclutamento di giovani ragazzi come i protagonisti, crolli drasticamente quando si scontra con la realtà.

Niente di nuovo sul fronte occidentale -Soldati pronti a sferrare un attacco

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