Foto di Annie Ernaux. Vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 2022
(foto: libereta.it)

L’evento di Annie Ernaux

Annie Ernaux, Vincitrice del Premio Nobel per la letteratura 2022

Il nome di Annie Ernaux, acclamata scrittrice francese, è stato per lungo tempo uno dei favoriti per la vittoria del Nobel.

Quest’anno, l’Accademia svedese le ha assegnato il premio con la seguente motivazione: «Per il coraggio e l’acume clinico con cui ha svelato le radici, le rimozioni e i limiti collettivi della memoria personale».

In effetti Ernaux lavora da sempre sulla questione autobiografica e diaristica e lo fa con una scrittura definita in francese “une écriture plate”, ovvero caratterizzata da uno stile piano, neutro, che non fa uso di troppi espedienti letterari quali metafore e simili.

Ciò non vuol dire che si è di fronte a una scrittrice che non sappia coinvolgere o commuovere il suo lettore, al contrario la Ernaux, proprio perché ha coraggiosamente scelto di esporsi in prima persona nei suoi libri, raccontando storie che lei stessa ha vissuto, potrebbe risultare particolarmente incisiva ed emozionante; in questo senso la storia narrata ne L’événement appare del tutto efficace rispetto a quanto si è appena detto.

Pubblicato per la prima volta nel 2000 da Gallimard – ma giunto in Italia solo di recente nella traduzione di Lorenzo Flabbi per L’orma editore con il titolo L’evento – il romanzo ripercorre uno degli episodi chiave della vita della stessa autrice, ovvero l’aborto clandestino subito da adolescente, quando nel 1963 era in procinto di scrivere la tesi di laurea in Lettere moderne presso l’Université de Rouen.

Copertina di Annie Ernaux - L'evento
Fonte: lormaeditore.it

In quella fase della sua vita lei non vuole affatto un figlio, desidera solamente proseguire gli studi e non rinunciare al futuro che l’attende.

«Il tempo ha smesso di essere una sequela interminabile di giorni, da riempire con lezioni e tesine, passaggi nei bar e in biblioteca, che conduceva agli esami o alle vacanze estive, al futuro. È diventato una cosa informe che avanzava dentro di me e che bisognava distruggere a ogni costo.

Seguivo le lezioni di letteratura e sociologia, andavo alla mensa dell’università, dopo pranzo e dopo cena prendevo il caffè alla Faluche, il bar degli studenti. Non ero più in quel mondo. C’erano le altre ragazze, con i loro ventri vuoti, e c’ero io.»

In quegli anni in Francia praticare l’aborto era assolutamente illegale, motivo per cui molte donne decidevano di abortire in maniera tacita e segreta con il rischio di incorrere nella pena carceraria o peggio di mettere a repentaglio la propria stessa vita. 

Poiché nessuno dei medici a cui la protagonista si rivolge proverà ad aiutarla, l’unica via di fuga sembrerebbe quella di recarsi da una donna che, con mezzi del tutto rudimentali, si improvvisa esperta della pratica.

Della donna in questione la narratrice non riferirà mai il nome per privacy, eppure si ricorderà per sempre di lei, perché ciò che è avvenuto sul tavolo della sua cucina è il vero evento che il titolo evoca e che riecheggia prepotentemente per l’intera durata del romanzo.


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