L'amore molesto - Elena Ferrante

L’amore molesto di Elena Ferrante

30 anni dal suo esordio letterario

Elena Ferrante è tra le più celebri autrici italiane contemporanee e anche se il suo nome si è ampiamente diffuso presso il grande pubblico a seguito del recente boom di vendite per la serie di romanzi de L’amica geniale, il suo esordio risale a ben trent’anni fa con il thriller piscologico L’amore molesto, che venne pubblicato esattamente nel 1992 per Edizioni e/o e da cui quattro anni più tardi Mario Martone trasse l’omonimo film. 

Una delle costanti nelle opere di Elena Ferrante è la rappresentazione di figure femminili alle prese con una vita nient’affatto semplice, ricca di vicende che continuamente plasmano il loro carattere mettendole alla prova. Anche nel caso de L’amore molesto è così, in quanto la protagonista è Delia, una donna napoletana che vive ormai a Roma, volutamente lontana dal luogo in cui è nata e cresciuta.

A Napoli, tuttavia, sarà costretta a rientrare a causa della morte improvvisa di sua madre Amalia, scomparsa nella notte del 23 maggio a seguito di quello che sembrerebbe essere stato un suicidio effettuato tramite annegamento. 

Delia non è affatto convinta che tale versione dei fatti sia veritiera, motivo per cui, sullo sfondo di una Napoli plumbea e cupa, decide di avviare un’indagine che possa condurla alla scoperta della verità.

In tal senso l’opera, oltre a essere un giallo, è anche un romanzo psicologico, in quanto la ricerca – pur essendo effettuata tramite indizi appartenenti all’ambiente circostante – diviene soprattutto scavo interiore nella parte più recondita della propria psiche, quella che custodisce i ricordi connessi al legame instauratosi nel corso degli anni tra madre e figlia. 

Elena Ferrante 2 - L'amore molesto

Il libro è anche un giallo per certi versi “irrisolto” poiché la Ferrante non dà modo al lettore di capire chi ha ucciso Amalia o per quale ragione quest’ultima abbia desiderato porre fine alla sua esistenza, eppure parvenze di svelamenti sono legate all’animo stesso di Delia in quanto dalla sua personale inchiesta verranno a galla una serie di questioni inaspettate relative soprattutto al loro passato; improvvisamente, infatti, si ricorda di una molestia di cui è stata vittima da bambina e per la quale aveva proiettato ogni colpa proprio sulla madre che, secondo lei, non era stata in grado di metterla in guardia rispetto a simili pericoli. 

Attraverso questo intenso percorso di ricerca e anche di elaborazione di un lutto così ingente, Delia scopre che alla base del rapporto di amore/odio nei confronti di sua madre si celava una cortina di incomprensioni e insicurezze che, paradossalmente, viene abbattuta proprio a seguito della morte, dal momento che solamente nelle ultime pagine del romanzo Delia torna nello scantinato in cui subì le molestie di cui si è detto sopra e i ricordi distorti lasciano finalmente spazio a ciò che realmente è accaduto, ovvero alla scoperta dell’effettiva innocenza della madre e dell’immenso amore che ella nutriva per lei. 


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