Alberto Ravasio - La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera

La vita sessuale di Guglielmo Sputacchiera – Alberto Ravasio

A Sputacchiera, che era stato dentro una vulva solo nel ruolo di spermatozoo, il Porno piaceva moltissimo, perché potevi spiare le donne nude e crude senza passare per il corteggiamento ipocrita, in cui magari chiedevi: «Preferisci Dostoevskij o Tolstoj?» e stronzate simili, a oltranza, fino all’allunaggio ficale.


Col Porno invece Sputacchiera si sedeva comodamente alla scrivania, accendeva il computer, schiacciava qualche tasto, allargava le gambe ed ecco che davanti a lui si squadernavano le centinaia di miliardi di galassie dell’universo femminile.

In un inconscio collettivo Sputacchiera ammirava le donne di tutte le epoche e di tutti i paesi:
le indiane snodabili del Kamasutra, le assirobabilonesi, le faraone d’Egitto, le sacerdotesse della dea Kalì, le etrusche, le indomite Amazzoni, le concubine degli harem di Babilonia, le baccanti di Tebe, le visigote, le longobarde, le monache lesbiche del Medioevo, le geishe del Giappone, le settantadue vergini del paradiso musulmano, le streghe dell’Inquisizione, le piratesse dei Caraibi, le cannibali australiane, le giacobine col seno al vento che guidavano il popolo, le suffragette incazzate, le brigatiste casiniste, le casalinghe di Voghera armate di mattarello, le collolungo birmane, le nanette eschimesi innevate fuori ma calde dentro, le altissime vatusse, donne bioniche, donne marziane, donne da Giove, Venere e Plutone, donne multidimensionali, donne astronaute verso l’infinito.

Le dive del Porno non provavano sete, fame, stanchezza o invidia, ma danzavano e si denudavano davanti a lui, Sputacchiera, in un cerchio ipnotico che lo stregava, lo intorpidiva, facendolo sentire, per una volta, dopo anni di vita escrementizia, un vero sultano della gnocca.

Caduto nella tana del bianconiglio, Sputacchiera ci rimase per settimane, mesi e anni, in incubazione, mentre la sua psiche volava nel firmamento roseo della vulva.

Autore: Alberto Ravasio
Editore: Quodlibet, 2022

Legge per noi: Carlo Floris

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