L’allegra distopia della nostra realtà
De La ragazza con i tentacoli ricorderò solo la rielaborazione allegramente distopica dei tempi che stiamo vivendo.
Riassunto incompleto, lo so, ma pur nella spensierata esperienza cinematografica di questa novità Dreamworks, il mio sguardo critico è rimasto desto.


Un film d’animazione dai mille colori, ma che fotografa, pur nella sua irrealtà, alcune abitudini asociali degli adolescenti di oggi.
Ci troviamo nel ridente Oceanside, una zona residenziale costruita a misura dell’uomo contemporaneo in un ambiente nebbioso vagamente decadente. Qui lavora nel mercato immobiliare la mamma di Ruby.
Lei è una adolescente timida e incompresa, pressata dal divieto di avvicinarsi all’oceano della madre. Nei pub e nelle storie da marinai si parla spesso dei Kraked, i terribili mostri marini protettori degli oceani, ma nessuno ci crede più. Tranne la famiglia di Ruby.
La madre ha fatto di tutto per nascondere la vera natura della generazione femminile, mostri marini per discendenza, ma alla fine la ragazza scopre la sua predisposizione, prima rimossa, poi accettata, da lei e dai suoi amici.
Nelle dinamiche famigliari si intreccia la consueta lotta tra l’eroe e l’antagonista, diremmo con termini narratologici. In questo caso, una sirena, Chelsea, che nella versione umana è una vanitosa ragazzina, con mosse da popstar.


In questo liceo stra-organizzato con mille materie e attività doposcuola, vagano ragazzi distratti dai cellulari, con cui filtrano il mondo e con cui comunicano. Sono ritratti con ironia i diversi tipi sociali, dal nerd alla dark catastrofista che annuncia l’Apocalisse.
Niente di nuovo neanche qui, per noi osservatori adulti. Alla fine un simpatico e verosimile quadretto. Niente di diverso dalla nostra società attuale, dove forse i “tipi strani” sono anche meno integrati che in Oceanside. Eppure questa rappresentazione di realtà mediata dal digitale è inquietante proprio perché realistica.
Si ripetono le dinamiche di ogni storia di formazione (ribellione adolescenziale, senso di sfida e intolleranza verso la propria madre, che vale per ogni generazione, vendette irrisolte, ecc). I risvolti della trama non sono di per sé molto originali, ma alla fine tra colori fluo e colpi di scena, il film si fa guardare.
Per molti motivi può piacere ai bambini amanti del mondo marino, per altri motivi può farsi gustare dai grandi.
Se si rimane al livello superficiale, un filmetto leggero pieno di colori. Se si è critici, una fotografia della Generazione Z, che non riesce a distaccarsi dalle mille interferenze dei media e dalla rappresentazione decuplicata della realtà.
Qualche esempio. Appare un Kraked: nessuno osserva, ma tutti filmano. C’è un’unica testimonianza sul mostro marino: viene inoltrato il video e tutti lo vedono contemporaneamente, commentando a caldo e inoltrando compulsivamente. Scene iniziali e finali: tutti comunicano in streaming, in stile Twitch. Ognuno per dire la sua, ognuno con il suo (presunto) pubblico.
È il nostro mondo, dove non c’è riflessione critica sulla veridicità delle notizie, e quello che importa è l’adesso, anche se poi il messaggio viene smentito o corretto, dove chi ha voglia e si mette in mostra trova il voyeur che vuol guardare ma anche sapere. Che sia una ricetta, una canzone, un videogioco. Questo, per chi ha memoria, è un tantino inquietante.
Gli autori volevano lanciare un messaggio di allerta? Non appare una visione negativa, paternalistica o peggio paranoica, ma c’è una semplice rappresentazione senza estremismi (Ragazzi, il cartone è più reale del reale, guardatevi intorno!).
Un messaggio di normalizzazione? Forse.
C’è la vittoria della tradizione sull’innovazione, o viceversa? No.
C’è forse qualche valore di inclusività? Sì, il messaggio che il mondo giusto è quello in cui ognuno può essere quel che sente di essere.


I titoli di coda sono curiosamente bidimensionali con colori e grafiche degli anni Settanta. Una scelta originale, forse legata all’estetica fluo dell’intero film in cui frattali e neon disegnano l’universo oceanico.
Che dire, forse un regalino per i millennials e i boomers che avranno accompagnato al cinema figli e nipoti.
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