Foto in bianco e nero di Mario Soldati

La busta arancione – Mario Soldati

Bompiani punta sulla riedizione del romanzo di Mario Soldati

Tra le novità editoriali di questa estate Bompiani propone una riedizione de La busta arancione, romanzo di Mario Soldati del 1966, portando dunque avanti il progetto di ripubblicazione delle opere dello scrittore torinese (1906-1999). 

«A spiegare, se non a scusare, la mia mala fede, c’era lo snobismo. La famiglia di Alessandro apparteneva all’alta aristocrazia. E lo snobismo era il minore dei due veleni che mia madre, i buoni gesuiti e i buoni barnabiti mi avevano istillato nel sangue, a goccia a goccia: l’altro, ben più rovinoso, era la paura delle donne».

Un io narrante che passa in rassegna alcuni dei temi cari a Soldati, quali il rapporto controverso con le donne, l’eros, l’educazione gesuitica sperimentata dall’autore sulla propria pelle: temi che si innescano su un denso spaccato di storia del Novecento, che fa da sfondo alle vicende di Carlo Felice nella Torino degli anni Quaranta. 

Attraverso ampi flashback il protagonista ci trasporta lungo i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza, mettendo in scena il rapporto conturbante con la figura materna, causa di tutti i suoi mali a venire. L’incapacità del confronto con il quotidiano e una teoria del piacere che non contempla appagamenti fanno di Carlo un antieroe dal sapore novecentesco, un perfetto inetto alle prese con un male di vivere che ne intacca l’esistenza.

I soli «nove giorni di felicità» concessi al protagonista saranno intralciati dagli eventi storici del 1943 e da una busta arancione, che non a caso dà il titolo al romanzo, poiché rappresenta l’emblema dei rapporti non risolti che attanagliano Carlo in una morsa senza scampo.

Copertina Libo "La busta arancione" di Mario Soldati
Mario Soldati – La busta arancione

La riscoperta di Soldati

La riscoperta da parte della critica dell’opera soldatiana inizia a partire dalle celebrazioni per il centenario della nascita dell’autore, nel 2006, anche grazie al professore Bruno Falcetto, il quale ricopre un ruolo di primo piano essendo stato il curatore dei tre Meridiani Mondadori (Romanzi, Romanzi brevi e racconti e America e altri amori) e il responsabile scientifico dell’Archivio Soldati del Centro Apice di Milano. 

La prima opera, Salmace, raccolta di racconti del 1929, racchiude già i pilastri della poetica di Soldati: l’ambiguità, la fuga e l’essere altrove – per citare le parole dell’amico Garboli, a riprova del fatto che sotto l’habitus dello scrittore ottocentesco c’è una sensibilità tutta novecentesca.

Nel tempo Soldati è riuscito a scrollarsi di dosso l’etichetta di autore di intrattenimento escluso dal canone, complici, oltre al prezioso contributo del succitato Falcetto, i lavori di Massimo Onofri, Salvatore Silvano Nigro e la rilettura di Emiliano Morreale, che ne Le carriere di un libertino indaga anche la produzione cinematografica dell’autore.

Tra le opere da rileggere consiglio America primo amore, Le lettere da Capri (Premio Strega del 1954), Le due città e La giacca verde; tra i film da rivedere ricordo Fuga in Francia, Malombra e Piccolo mondo antico

La rivalutazione della figura di Soldati è proseguita nel tempo fino al ventennale della morte, nel 2019, occasione in cui il Museo Nazionale del Cinema di Torino ha intitolato al regista una delle tre sale di proiezione.

Lo stile

Per spendere qualche parola sullo stile, chiamo in causa Pasolini, che in una recensione al romanzo Lo smeraldo del 1974 si esprime in questi termini:

«La scrittura di Soldati è priva di ogni vischiosità. Ciò significa che Soldati ha rinunciato praticamente a tutto ciò a cui aveva primario diritto: cioè a tenere attaccato a sé il lettore, a possederlo, a esercitare su di lui una inconfessata autorità. La assoluta “leggerezza” della scrittura di Soldati significa fraternità. Il suo rapporto col lettore non è autoritario, ma mitemente fraterno. […] Fraternità significa democrazia (la democrazia è nata nel deserto, dove si incontrano i figli orfani, banditi, che giocano e si allenano tra loro contro la città)». 

Per chi volesse approfondire lo studio di questa opera rimando al mio saggio, pubblicato nel 2019 da Gammarò, Il fantastico Soldati. Mario Soldati tra surrealismo e distopia.

Copertina Libro "Il fantastico Soldati" di Elisa Amadori. Libro che parla di Mario Soldati
Elisa Amadori – Il fantastico Soldati

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