Orientarsi con parole, immagini e luoghi
Dall’8 al 10 luglio il Museo della Ceramica di Savona ha ospitato il corso di aggiornamento “Intersezioni di storie”, rivolto a insegnanti, educatori, bibliotecari: il punto di forza è stato l’approccio laboratoriale e sinestetico, si è passati infatti dalla lettura delle opere d’arte della Pinacoteca agli albi illustrati, a esperienze di esplorazioni estetiche, alla letteratura, al caviardage.
“Un’occasione di incontro e di scambio unica”, “Un corso di formazione così profondo e così intenso che se ne trovano pochi in Italia”, “Grazie per tutta la profondità che ci è arrivata”: sono solo alcuni dei feedback delle partecipanti emersi durante l’interazione con i formatori Sabina Minuto, Silvia Rubes, Elisa Amadori, Caterina Livani, Giovanna Palumbo, Alessio Cotena e Marco Isaia.


I concetti chiave, humus teorico dei vari interventi, sono riconducibili all’immaginazione narrativa, al pensiero posizionale, ai futuri possibili, al pensare al congiuntivo. Abbiamo intervistato Sabina Minuto, una delle formatrici e ideatrici dell’evento.


Sabina, partiamo dal commento dell’immagine della locandina, l’Antropocene…
Abbiamo scelto questa opera presente in museo perché ci ricorda appunto la “storia a strati” del nostro pianeta. Tutte le storie, in fondo, hanno strati fra i quali è possibile perdersi e ritrovarsi. Per questo leggere storie assume un grande potere orientativo e intellettuale. Abitare le storie e i loro strati ci aiuta a stare contemporaneamente nel qui e nell’altrove, ci forma, ci aiuta a pensare.
L’intento del corso era quello di provare ad abitare le storie in una prospettiva di co-costruzione di nuovi approcci da riportare nelle professionalità di ciascuno e nel tentativo di pensare un’altra scuola possibile. Quali strumenti si sono rivelati efficaci?
Abbiamo provato a proporre diversi strumenti scelti dai formatori a seconda della loro professionalità e della loro sensibilità. Ci siamo soffermati su un approccio non tradizionale alla letteratura, sulla ricerca delle parole che ci raccontano, sull’indagine dei gesti e delle percezioni del mondo. Abbiamo provato a capire come un curricolo narrativo possa partire dal nido d’infanzia con esperienze estetiche e legate alla lettura degli albi illustrati.
A impreziosire la formazione ha contribuito anche la presenza di Isabella Labate: come si è inserita nel contesto di “Intersezioni di storie”?
Isabella Labate, grande illustratrice, ci ha raccontato come nascono le storie con le immagini. Ci ha portato nella grammatica degli albi illustrati per scoprirne prima di tutto la bellezza e poi le infinite potenzialità narrative. Abbiamo capito come fra le pagine di un albo si possa sperimentare la “lacunosità” della letteratura, cioè quello spazio vuoto che ogni lettore può abitare portando se stesso e contemporaneamente costruendo mondi possibili.
Bilanci ed eventuali sviluppi futuri?
A nostro avviso l’esperienza è stata positiva. C’è ancora molto da perfezionare e da ripensare. C’è da costruire insieme un nuovo modo di portare la letteratura nella scuola, c’è di sicuro la voglia di pensare un curricolo 0/19 che sarebbe davvero auspicabile. Agli incontri era presente anche Silvia Negri, pedagogista e presidente dell’Associazione Professioni Pedagogiche Italiane. Lo consideriamo un bel segnale oltre che un onore. Ci dice infatti che c’è interesse su questo modo “narrativo” di lavorare nella scuola e sulle idee che piano piano emergono quando si mette insieme un gruppo di professionisti che fanno della “cura” della relazione il loro segno distintivo.


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