Un romanzo di formazione da leggere ad alta voce
Il recente libro di Pierdomenico Baccalario, che si è aggiudicato il premio speciale della giuria tecnica Nausika alla giornata nazionale LaAV di Arezzo dello scorso 8 luglio 2023, ha tutte le carte in regola per avvincere il lettore, fin dalle soglie: il titolo, la copertina che si presenta perforata sul margine destro e l’illustrazione criptica non possono far altro che incuriosire il pubblico, soprattutto quello più giovane – e non è cosa da poco – tanto da spingerlo a inoltrarsi senza indugio nel romanzo.
E quando si comincia, ecco un’altra bella trovata: in luogo del solito capitolo 1 troviamo la dicitura «mancano 33 capitoli», a riprova che la mancanza è di sicuro il filo rosso della storia.
«Da ogni parte la guardi, manca sempre qualcosa. A tutti manca sempre qualcosa. Per quanto tu cerchi di far finta di niente, a un certo punto te ne accorgi, e ti manca. Se butti via un calzino, ti mancherà. Se lo perdi, pure. Se ti innamori, finisci che ti mancherà. Se non ti innamori, anche. Hai un fratello? Ti mancherà. Sei ricco? Ti mancherà qualcosa che c’era quando eri povero.
Se sei felice, la felicità ti mancherà. E se sei triste ti mancherà persino la tristezza. Vivere è mancarsi. La vita è vivere con quello che ti manca.»
L’incipit ci chiama in causa in prima persona a osservare con cura il protagonista, Vittorio: «GUARDA COME CAMMINA, nel buio, le mani in tasca, gli occhi bassi, un passo dopo l’altro come fosse un automa, ma ogni tanto inciampa.»
Con poche pennellate il personaggio già funziona, e fin da subito ci si affeziona; sentiamo che abbiamo a che fare con un anti-eroe alle prese con gli inciampi della vita.
Un dolore vissuto e attraversato senza patetismi, con la profondità dello sguardo di un narratore che dimostra una grande maestria, non lasciando spazio alcuno alla banalità.
Federico, il fratello che manca, in coma farmacologico in ospedale, gli amici da coinvolgere in un progetto, le collezioni di libri da setacciare, le “mancoliste” da completare, un’identità da ricostruire.
Yole, Shining, Enzino e il Cavo, con la spinta di Vittorio, cercano di dare vita a una narrazione, e questa volta senza il loro game Master a tenere insieme tutti i pezzi: da quella fatidica sera la loro partita è bloccata.
La ricomposizione dell’io, il rapporto tra fratelli che si dipana pian piano, i genitori di Vittorio e Federico alle prese con particelle schiappa e materia oscura, le leggi della fisica che possono saltare inspiegabilmente di fronte a una forza troppo spesso sottovalutata… Il tutto si combina con il potere delle storie, la presenza costante dei libri, letti anche ad alta voce, e le narrazioni dei giochi di ruolo – lo stesso autore in occasione della succitata giornata LaAV ha dichiarato di essere un grande giocatore e di dovere probabilmente a questa passione il suo mestiere.
Non a caso tra quegli amici delle abituali partite altri poi sono diventati scrittori, vedi Davide Morosinotto con cui Baccalario ha scritto a quattro mani Il grande colpo di Crimson City (Salani, 2023).
«Siamo già noi a essere magici, se solo ci crediamo un po’ di più. Per salire non ti serve una mappa, ti serve una storia.»
Può una maglietta del concerto dei Sigur Rós interferire con numeri, conti e esperimenti fisici?
Un finale che vale l’intero libro, scelte non scontate e soluzioni inattese.
Un invito alle seconde, terze, quarte possibilità, ad ascoltare la nostra chiamata, una spinta a futuri possibili che possono andare oltre il dolore.
Si piange e si ride, per questo lo consiglio come lettura ad alta voce da proporre ai ragazzi della scuola secondaria.
Alla fine del romanzo senti di poter dire: «Ora qualcosa non manca più!»
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