Fiabe per bambini - Un paesaggio fantasioso

Fiabe per bambini: il ruolo chiave dell’antagonista

Cenerentola, Peter Pan, Riccioli d’oro, Cappuccetto Rosso… alzi la mano chi ha passato la propria infanzia ad ascoltare e riascoltare queste storie dalle bocche di genitori, nonni e zii.

Le fiabe, infatti, fanno parte della nostra tradizione. Per anni tramandate solo oralmente, poi sono state finalmente trascritte da studiosi e scrittori. Il loro fascino è indiscutibile: da sempre incantano i bambini e le bambine di tutto il mondo e non solo.

Il viaggio dell’eroe

Il racconto per funzionare si basa su un modello specifico narrativo, ovvero “il Viaggio dell’Eroe”. Al suo interno deve contenere un protagonista (buono), un antagonista (cattivo, che ostacola il protagonista), un aiutante e un viaggio (non necessariamente fisico, anche solo interiore).

Questa è la struttura classica utilizzata fin dall’antichità e a cui ancora oggi fanno riferimento gli autori per produrre storie e romanzi di ogni tipo. Il bene e il male sono presenti e ben delineati perché essi esistono anche nella realtà: ogni essere umano possiede dentro di sé sfumature di entrambi i sentimenti, ha debolezze e fragilità e compie a volte azioni cattive. Il fatto che siano distinti, inoltre, serve a indicare il giusto modo di porsi e ha carattere educativo. I testi di questo tipo hanno sempre una morale esplicita o implicita.

La polemica

Negli ultimi anni, tuttavia, imperversa la polemica: lo schema tradizionale è stato contestato e il motivo principale è la paura dei genitori di narrare vicende poco consone per i più piccoli. Qualche esempio? I genitori di Pollicino che vogliono abbandonare lui e i suoi fratelli, la Strega di Hansel e Gretel che imprigiona i due bambini e cerca di farli ingrassare per mangiarli, la matrigna di Biancaneve che vuole uccidere la giovane protagonista e pretende di avere il suo cuore come prova schiacciante dell’omicidio.

Sintetizzate in questo modo, più che fiabe sembrano agghiaccianti racconti horror, ma è necessario contestualizzarle per comprendere il messaggio educativo di fondo. Certi testi risalgono inoltre a un periodo storico in cui realmente queste cose accadevano: i bambini venivano abbandonati o venduti a causa della povertà, gli uomini si risposavano senza tenere conto del parere dei figli e le azioni violente e cattive avevano meno peso e a volte restavano impunite.

Ciò però non ha convinto una grossa fetta di popolazione e molte di queste fiabe vengono riscritte in versione moderna. Il mio parere in merito è ben spiegato da questa affermazione di Roberto Benigni:

«Non è che le fiabe dicono ai bambini che esistono i draghi, no! Questo i bambini lo sanno già. Le fiabe dicono ai bambini che i draghi possono essere sconfitti”

Roberto Benigni

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