Presentazione alla Sala dei Notari del corto di Vittoria Corallo per “Prospettiva Pasolini”
«Un’esperienza mistica»: queste le parole di una delle studentesse del Laboratorio Teatrale dell’Università degli Studi di Perugia a suggellare il percorso guidato dalla regista Vittoria Corallo.
Il 14 giugno 2022, alle ore 21.00, la Sala dei Notari è stata teatro di uno degli eventi celebrativi del centenario pasoliniano con l’anteprima del cortometraggio “Del mio paese popolato come un poema”.
A introdurre la serata il delegato dell’Università Roberto Rettori, il professore di Letteratura italiana Simone Casini e la regista, la quale ha illustrato il progetto frutto di un’esplorazione poetica della periferia di Ponte San Giovanni da parte degli allievi del laboratorio, finalizzata a dare corpo al pensiero pasoliniano attraverso lo sguardo profondo e libero dell’autore, della cui anima è come se da sempre Vittoria portasse in sé “un frammento”.


A seguire la proiezione. Un “rosa funebre” domina subito la scena, un ermellino imbalsamato perfora lo schermo, emblema di quel “fascino discreto della borghesia” ingabbiata in ruoli rigidi e artificiosi.
A fare da contraltare alla claustrofobica dimensione una pecora e i gelsi, testimoni di quella cultura bucolica rievocata negli spazi della periferia dagli attori non professionisti, soggetti attivi dell’esperienza artistica partecipativa. Incursioni poetiche e naturali improvvisazioni animano il grigio del cemento del paesaggio urbano, offrono la via di fuga dalle cere borghesi, palesando la potenza liberatrice della poesia. Le apparizioni iconiche fanno sì che il tutto venga avvolto da un’aurea di ancestrale sacralità.


Il critico cinematografico Giovanni Bogani dialoga quindi con la regista, spendendo parole lusinghiere in merito all’opera presentata, complimentandosi per l’efficace riuscita dell’ambiziosa sperimentazione, articolata nella fusione di “Bestia da stile” e “Calderón” con le visioni alimentate dall’innesto delle pratiche artistiche nel territorio, operazione che riporta in vita uno stile cinematografico tutto pasoliniano. Al processo creativo hanno partecipato la comunità e le associazioni del territorio, complice la mediazione di Silvia Rossi.
Il valore aggiunto del lavoro è proprio l’incontro della cultura pubblicamente riconosciuta come tale con le altre culture periferiche: le intersezioni umane e sociali tra realtà eterogenee hanno preso forma grazie alla profonda motivazione, alla convinzione e al coraggio di Vittoria Corallo.


Presente in sala anche una delegazione di studenti del laboratorio e parte dell’Orchestra da Camera di Perugia, che con il violino di Azusa Onishi ha accompagnato alcune scene del cortometraggio.
Le inquadrature e la cura della fotografia, alle quali ha contribuito la Promovideo, sono un vero piacere per gli occhi.
Sicuramente ne sentiremo ancora parlare.
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