Cesare, perduto nella pioggia, perduto nella vita-Blog - Next Audiolibri
Disegno di Max Ramezzana

Cesare, perduto nella pioggia, perduto nella vita

Chi ama la musica italiana, soprattutto quella dei grandi cantautori degli anni ‘70, avrà certamente canticchiato almeno una volta la canzone di Francesco De Gregori in cui Alice guarda i gatti e i gatti guardano nel sole e in cui compare, a un certo punto, la strofa in cui Cesare, perduto nella pioggia, sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina.

E Cesare perduto nella pioggia

Sta aspettando da sei ore il suo amore ballerina

E rimane lì a bagnarsi ancora un po’

E il tram di mezzanotte se ne va

Ma tutto questo Alice non lo sa

F. De Gregori
Cesare, perduto nella pioggia - Francesco De Gregori

E qualcuno, sicuramente, specie quelli che come me non si accontentano solo di canticchiarle, le canzoni, ma si ritrovano ad approfondirne i testi, si sarà certamente chiesto: ma chi sarà questo Cesare perduto nella pioggia?

Ebbene, a svelarcelo è il cantautore stesso in una intervista pubblicata qualche anno fa dal quotidiano Repubblica, in cui dice: «Il “Cesare perduto nella pioggia” è Cesare Pavese. Avevo letto tutto di lui, e nella biografia c’è questo episodio di quando aspettò per una notte Costance Dowling, donna bellissima, ballerina che lo illuse e poi lo lasciò».

L’episodio è accaduto veramente, nel 1925, quando lo scrittore piemontese, liceale timido e già tormentato, si innamora di una ragazza, una ballerina, ma non si trattava di Costance Dowling, che incontrerà molto più in là negli anni.

Cesare perduto nella pioggia

La vicenda in questione è raccontata ne Il Vizio Assurdo, la biografia scritta da Davide Lajolo che è uno dei riferimenti importanti, insieme alle Lettere, per la lettura e la comprensione dell’autore e della sua opera, ma soprattutto della sua vita.

Nel 1925 Cesare frequenta il Liceo D’Azeglio, a Torino. Ha 17 anni ed è un ragazzo molto timido, soprattutto con le donne. Di lui Lajolo scrive: «Pavese non è uno di quei giovanotti ardenti che scordano tutto alla vista di una sottana. Ma non vuole essere da meno degli altri. E gli amori di un timido sono sempre più seri di quelli di uno sfrontato».

Con gli amici frequenta i bar e i varietà e in uno dei locali frequentati, il caffè La Meridiana, nella galleria Natta – attuale galleria San Federico – incontra una ballerina di cui si invaghisce.

È uno dei suoi primi amori – prima di lei c’era stata una semplice cotta per una compagna di classe, qualche anno prima – e, nonostante la sua timidezza, ogni tanto riesce a scambiare con lei qualche chiacchiera, persuadendosi della non completa indifferenza di lei nei suoi confronti, tanto da provare a strapparle un appuntamento. E ci riesce.

Peccato che lei a quell’appuntamento non si presenterà mai nonostante, come Lajolo ci racconta, Pavese la aspetterà dalle 18, ora dell’appuntamento, fino a mezzanotte, rimanendo speranzoso in attesa del suo arrivo. Un’attesa che si consumerà nel disagio della malinconia e della tristezza, ma anche di quello più concreto di rimanere al freddo e sotto una pioggia battente che lo mortificherà nell’animo e nel corpo.

A seguito di quell’episodio, infatti, Pavese si prenderà un malanno che da una semplice febbre iniziale si trasformerà in una pleurite che lo tratterrà a letto per tre mesi. Saranno mesi duri per lui, mesi in cui la tristezza e lo sconforto ne accompagneranno i giorni e i pensieri, e agli amici che andranno a trovarlo dirà di aver perso la salute, ma soprattutto la fiducia in sé stesso.

Constance Dowling: il suo ultimo amore

Cesare, perduto nella pioggia-Constance Dowling

Constance Dowling è un’attrice americana e Pavese la incontrerà molto più avanti negli anni. Arriverà in Italia nel 1947 e solo nel 1949 i due si incontreranno a Roma tramite amici in comune. 

Pavese si innamorerà subito di lei, ma quell’ amore non fu mai veramente corrisposto, nonostante l’illusione di un momento e di qualche tempo passato insieme.  Per Cesare fu l’ennesima delusione, l’ennesimo struggimento d’amore, quello che, forse, gli diede il colpo finale.

De Gregori, dunque, nella strofa in cui ci racconta quasi visivamente la delusione di Cesare, fa una sorta di mix tra le due “ballerine”. Costance non è una ballerina, ma entrambe sono donne di spettacolo e appartengono a un mondo distante da quello di Pavese. Sono il primo e l’ultimo amore del poeta, entrambe lo feriscono nel profondo dell’anima, lasciandogli dentro un vuoto enorme.

E De Gregori le unisce, e ne unisce in qualche modo il destino, in un’immagine emblematica che vede Pavese sopraffatto dalla pioggia e dall’amore. Sopraffatto dalla vita.


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