Diario di un artista. Freddie Highmore
Ottobre 2016
Il mio agente è stato contattato da David Shore che ha proposto una mia interpretazione per una serie televisiva. Così, dopo averci parlato anch’io, e a lungo, «mi sono convinto: un personaggio come Shaun non era mai stato mostrato prima in questo modo e certamente non in un ruolo da protagonista. Ciò che amo della televisione è che mi dà la possibilità di immergermi profondamente nella storia e nella parte. Ho il tempo per potermi calare nel personaggio lavorando sulle sfumature, i piccoli tic, fino a sentirlo mio».
È un po’ una sfida: prima di tutto perché parliamo di una serie televisiva, ma la cosa più ardua è l’interpretazione di un ragazzo autistico. Un genio della medicina che trova soluzioni brillanti per curare pazienti. Shore è lo stesso ideatore di Dottor House, serie che stimo, il personaggio principale era eccentrico e con un caratteraccio ma pur sempre senza patologie. Qui si tratta di studiare i gesti, i modi, i movimenti e capire come pensa un ragazzo autistico. Voglio approfondire questa condizione per capire se sono in grado di interpretare il personaggio, che oltretutto è il protagonista della serie.
Novembre 2016
Le persone che soffrono dei disturbi dello spettro autistico non riescono a filtrare e processare correttamente tutte le informazioni sensoriali che arrivano dal mondo esterno, trovano difficoltà nella comunicazione, nel comportamento e nell’interazione sociale, hanno disturbi nel linguaggio, stereotipie e ipersensibilità ai suoni e alle immagini.
Queste informazioni sono un ottimo punto da cui partire e ho trovato anche dei video da guardare:
- un videogioco creato dal team di Taylan Kadayifcioglu per sperimentare il fenomeno dell’ipersensibilità, con immagini sfocate e grida assordanti di bambini senza volto;
- l’estratto da Carly’s Voice: Breaking Through Autism mostra come a volte anche prendere solo un caffè diventi un’esperienza a dir poco impegnativa
Dicembre 2016
Ho guardato il video su YouTube e il videogioco. Ho pensato di ricreare la stessa esperienza cercando di immedesimarmi il più possibile in Shaun Murphy. Da oggi io sarò lui.
Questa mattina sono andato in un grande parco giochi e ho indossato degli occhiali da vista chiesti in prestito, in questo modo potevo vedere sfocato e percepire con poca nitidezza il mondo intorno a me.
Poi ho cercato di concentrarmi solo sui suoni. Ho ascoltato dei bambini che si lanciavano la palla e cercavo di sentire il rumore dell’aria che si spostava. Poi ascoltavo le loro risate. Mi sono spostato e concentrato su ragazzini che si dondolavano su altalene con catene in ferro. Mi avvolgeva lo stridio delle catene, poi mi sono perso ascoltando il fruscio delle foglie al vento.
Devo trovare il modo per ampliare i rumori. Non basta la mia esperienza di questa mattina: perché io, i rumori, li percepisco in toni normali. Sto pensando a Shaun che si troverà in un enorme ospedale, con tutti i macchinari che producono dei beep, i colleghi che discutono, i pazienti che si lamentano, i parenti che sperano in un miracolo in casi gravi o che si disperano per la perdita di un figlio, le risate di gioia per un caso risolto o i bisticci tra fratellini che aspettano.
Vorrei riuscire a ricreare lo smarrimento che il protagonista sentirà appena arrivato in un posto così ampio come l’ospedale e il suo modo di mantenere abitudini e regolarità che gli permettono la sua comfort zone anche in un luogo estraneo. Dal copione ho capito che è in quel momento, quando rievoca i vissuti dell’infanzia, che riesce a strabiliare con soluzioni geniali. Voglio trasmettere al meglio questa sua potenza.
«Oltre ai contatti personali che ho avuto con persone autistiche, la prima cosa che David e io abbiamo fatto è stata condividere pezzi di letteratura e documentari sull’argomento che ci sono stati molto utili. Inoltre abbiamo discusso con un consulente che ci ha seguito fin dall’inizio delle riprese e che era presente sul set.
Penso però che sia molto importante ricordare che Shaun è un individuo. Non può rappresentare, né dovremmo cercare di fargli rappresentare, una categoria particolare di persone. In passato gli autistici venivano ritratti più o meno sempre nello stesso modo: privi di emozioni, quasi fossero delle macchine senza sentimenti che sanno tutto e non sbagliano mai. Una sorta di supereroi. Ma è soltanto uno stereotipo da cui abbiamo preso le distanze».
Gennaio 2017
Ho ricevuto altri parti del copione in cui mi viene spiegata la personalità di Shaun e la sua modalità di reazione. Innanzitutto non è solo autistico ma soffre anche della Sindrome del Savant. Le sue abilità comprendono la memoria fotografica e la capacità di notare dettagli e cambiamenti anche minimi. E sono queste caratteristiche che lo rendono così speciale e un medico eccezionale.
Ha una predisposizione spiccata per la scienza medica riuscendo a individuare cause, sintomi e soluzioni per qualsiasi tipo di malattia, ed è dotato di un’innata capacità di memoria settoriale. Un soggetto affetto da questa sindrome presenta difficoltà a svolgere molte azioni quotidiane ma allo stesso tempo è in grado di ricordare con precisione assoluta alcuni particolari di un sapere molto focalizzato e specifico.
Nel caso del dottor Shaun la sindrome gli permette di ricordare ogni dettaglio possibile del corpo umano e tutto ciò che ha appreso sui libri di medicina e, coniugando le due cose, non solo riesce a realizzare tempestivamente una diagnosi sui pazienti ma trova anche una cura o una soluzione immediata.
Febbraio 2017
Ho incontrato il regista e alcuni membri del cast. Sono tutte persone con alle spalle molta esperienza. Voglio conoscerle al meglio per poter essere a mio agio con loro e capire come si muovono e come recitano. Quando avrò assimilato le loro modalità potrò amalgamare i loro modi e personaggi al mio per creare qualcosa di armonioso e dare ancora maggiore risalto al protagonista.
Marzo 2017
Ora voglio soffermarmi sull’osservazione. Il mondo di Shaun è principalmente legato alla sua memoria visiva. In particolare parte dai ricordi della sua infanzia: tutto ciò che il fratello gli ha insegnato sono i pilastri della sua conoscenza e da lì ha creato il suo mondo. È la sua base sicura e quando vede un oggetto, un gesto o un volto lo associa a qualche episodio accadutogli da piccolo e dal quale poi parte con introspezione per analizzare la situazione reale.
La cosa incredibile è quella sua capacità di ricordare visivamente i testi medici e i disegni di organi, tessuti, centri nervosi e venosi. È da quelle immagini che riesce poi a far avanzare il suo pensiero fino alla soluzione per casi complessi.
Voglio studiare allo specchio il mio sguardo per trasmettere quel momento magico di rivelazione.
Quando il suo occhio esprime tutto il suo pensiero e si vedono muovere cassetti della memoria e pagine di volumi interi, vede muoversi disegni e studia appunti e cartelle cliniche fino ad arrivare al risultato finale.
Voglio che lo spettatore colga quel momento di assoluta perfezione del suo pensiero.
Voglio trovare il modo per esprimere al meglio quel preciso istante.
Aprile 2017
Abbiamo iniziato le riprese. Il ragazzino che interpreta Shaun da piccolo è incredibile: riesce perfettamente a mostrare lo smarrimento che provava in certe situazioni o la frustrazione di quando il suo coniglio è stato ucciso. Ha lo sguardo che spazia dall’essere vacuo a denso di intensità e pathos. Mi voglio ispirare e cercare un dialogo reciproco per assonanza di noi due fino a creare un personaggio che cresce nel tempo. Voglio renderlo un tutt’uno anche se siamo due attori diversi ad interpretarlo.
Maggio 2017
Il coltellino in plastica è la chiave di volta: da lì posso far scaturire il personaggio. È la sua coperta di Linus, la sua essenza e l’essenza stessa del fratello.
Davanti allo specchio studio i movimenti delle mani di Shaun: quando sono ferme davanti allo stomaco per esprimere la sua ritrosia al contatto umano o la sua concentrazione e le sue mani quando apre la salviettina che contiene il coltellino, per lui così importante e prezioso. Sarà questo il suo compagno di viaggio fedele, soprattutto il primo giorno. Ma sarà anche la sua consolazione nei momenti più ardui o la sua gioia nella vittoria. Il suo pensiero al fratello.
Luglio 2017
Ora voglio soffermarmi sulla concentrazione che Shaun deve avere nelle sue giornate lavorative. Il non farsi distrarre dalle domande, che tanto odia, ma riuscire anche a dare risposte a colleghi e pazienti. Le risposte sono normalmente importanti in un mondo in cui sono abituato a vivere, ma per lui come può essere? Il suo mondo, in questo aspetto, è il contrario del nostro: è introspezione e memoria costante.
È mancanza di comunicazione all’esterno perché proprio dall’esterno riceve milioni di input che, spesso, lo deconcentrano. Deve sapersi destreggiare e io devo riuscire a manifestare tutto questo attraverso il mio corpo, i miei occhi e le mie mani.
Mentre le riprese continuano saprò sviluppare al meglio Shaun. Sono certo che crescerò con lui e le sue modalità, i suoi gesti e le sue ritrosie verso gli altri, le sue speranze e le sue certezze E soprattutto la sua modalità di comunicazione che si deve ancora creare. Ed è lì che devo insistere e capire come mostrarla al pubblico. La parte più difficile sarà far crescere Shaun fino a che diventi il Dottor Murphy.
Sono sicuro di riuscire a raggiungere l’obiettivo: ogni istante in Shaun è già parte del Dottor Murphy.
Agosto 2017
Le riprese continuano e io sono entusiasta! Non credevo potesse essere così complicato ma nel contempo eccitante! Ogni volta, prima di entrare in scena, mi raccolgo per qualche minuto e ripasso nella mente ogni movimento che andrò a fare, lo sguardo che devo avere e soprattutto mi concentro sui pensieri.
Ho capito l’importanza di pensare come Shaun. Il segreto è questo: riuscire a essere nella sua mente, fin da quando era un ragazzino in conflitto con il padre che non accettava la sua situazione ma aveva il sostegno e la vicinanza incredibile del fratello, che lo ha sempre difeso, prima dai compagni e poi dal genitore.
Un fratello che gli ha fatto da amico, confidente, guida, padre e mentore. Un fratello che gli ha permesso di cominciare a credere in se stesso. Sarà poi il Dottor Glassman a capire la sua potenzialità passandogli quel libro di medicina che accese in Shaun la scintilla.
E sarà poi, lentamente, giorno per giorno, un po’ più sicuro di sé anche al lavoro. I primi giorni, per lui, sono stati difficili: interfacciarsi con gli altri medici non è affatto semplice, in particolare si crea un attrito con il Dottor Andreew che già all’inizio era contrario all’assunzione di Shaun.
Un po’ alla volta sto cercando di capire come pormi verso gli altri attori in modo da poter essere il più vero possibile. Cerco di mettere in pratica gli esercizi che ho fatto quando ero al parco e in alcune scene lascio trasparire la difficoltà di Shaun di restare radicato alla realtà, soprattutto quando si estranea per comprendere la sintomatologia di alcuni pazienti e, davanti a loro, senza nessun filtro di empatia esprime una diagnosi che spesso può essere devastante per il paziente stesso.
È questa la parte più difficile che cerco di gestire al meglio.
Quando Shaun, privo di conoscenza empatica, si butta a capofitto nei suoi ragionamenti e mette in difficoltà degenti e colleghi. Ed è proprio questa la sua peculiarità che voglio sottolineare!
Novembre 2017
«Lui ha tanti difetti che lo rendono accattivante. Da un lato mostriamo il suo autismo per quello che è, ma dall’altro ci siamo sentiti liberi di costruirlo come un personaggio a sé, con i suoi interessi e le sue idiosincrasie che potrebbero non essere necessariamente legate al fatto di essere autistico. […] Lui non filtra mai quello che dice, ma non dà giudizi quando critica qualcuno. È curioso e desidera imparare più cose possibili del mondo in cui è stato gettato.
Chiunque lasci la campagna per trasferirsi in un grande ospedale di città, all’inizio può avere difficoltà ad adattarsi. Deve imparare regole e codici di comportamento nuovi, indipendentemente dal fatto di essere autistico oppure no. E questo lo ha messo in connessione con le persone. Il nostro scopo è che in lui si possa identificare chiunque si senta un po’ diverso o sia stato discriminato sul posto di lavoro e nella vita».
Ho visionato un po’ delle scene girate e per ora mi sento abbastanza soddisfatto, sto riuscendo nel mio intento: riesco a esprimere con gesti e ritrosie delle mani quanto Shaun si sente; il coltellino in plastica sta diventando il mio miglior alleato e la parziale rigidità nei movimenti mi permette di far capire allo spettatore quello che Shaun vive.
Voglio solo migliorare lo sguardo. Aggiungere dei momenti in cui gli occhi sono fissi in un punto. Rischio di far sembrare lo sguardo vacuo, ma in realtà, in quel momento, c’è tutta la massima espressione di Shaun! Le sue cellule grigie stanno elaborando infinite quantità di informazioni che ha immagazzinato durante gli anni di studio e visualizza le immagini di anatomie che gli consentono di arrivare alla soluzione dei casi.
È qui che voglio continuare a interpretare nel miglior modo possibile: perché è così che ogni giorno Shaun continua a diventare il Dottor Murphy, ed è così che ogni giorno io lo posso far vivere al meglio.
Sono riuscito a essere lui.
N.B.: La maggior parte delle citazioni sono tratte da qui.
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