Avete visto mai il corteggiamento dei cigni in amore? È una danza in parte sincronizzata, sempre ritmica, dove l’intreccio dei colli lunghi ed esili come steli di un fiore formano un cuore stilizzato. Avete udito mai il loro canto?
Come prevede il nostro format, ecco tre spunti letterari per comporne un’ode.
1. Leda o la violenza subìta
Zeus si trasformava in qualsiasi cosa pur di avere amplessi, si mutò pure in cigno e ingravidò Leda. L’atto fu sensuale o violento? Per Yeats si trattò di stupro.
Probabile l’approccio cauto, il corteggiamento, le carezze, ma poi a sudden blow (un sùbito colpo), il becco che afferra la nuca, il volo, un fremito sui reni che genera Elena da cui le mura spezzate di Troia e Clitemnestra da cui Agamennone morto.
Violenza figlia di violenza.
2. Il dio mutato in cigno
Sebbene nel titolo sia presente solo Leda, qui viene celebrata la trasformazione, la metamorfosi.
Quando il dio nel suo affanno entrò nel cigno / quasi si spaventò al trovarlo così bello: Zeus scopre la meraviglia di un nuovo essere. Confuso, sì, ma ha fretta di agire, il dio, lei lo riconosce, è turbata, prova a resistere ma è vinta.
Solo allora, nell’amplesso, il dio fu vero cigno. Solo vivendo con i sensi di un altro essere lo si capisce appieno. L’empatia assoluta.
3. Il cigno degli esuli
Al di là della mitologia, il cigno di Baudelaire è l’animale magnifico che raspa l’arido selciato con i piedi palmati che si trascinano, con le piume impolverate, col collo teso, esule comico e sublime, verso un cielo di un azzurro spietato.
Lo spirito del poeta va «verso tutti gli esseri che amiamo, che sono assenti e che soffrono», a chi ha perduto ciò che non si trova mai più, ad Andromaca che piange Ettore, a Parigi che cambia più rapido di un cuore mortale, alla negra che rimpiange la sua Africa, agli orfani, ai marinai, ai prigionieri, ai vinti, ad altri…
Cigno dal sinuoso collo, dal bianco piumaggio, ballerino innamorato, la cui bellezza ci incanta, che rivolge al cielo il suo grido disperato, ci porti a riflettere sulla bellezza del mondo e a salvaguardarla per chi fugge dalle guerre, per chi scampa dall’orrore, per chi getta morte sulla Terra.
Bibliografia:
William Butler Yeats, Leda e il cigno, traduzione di Andrea Sirotti, in Sagarana (numero 13).
Rainer Maria Rilke, Leda, in Poesie 1907-1926, traduzione di Andreina Lavagetto, Einaudi, 2000.
Charles Baudelaire, Il cigno, in I fiori del male, traduzione di Giovanni Raboni, Mondadori, 2013.