Che il cane sia per voi un guardiano o un fedele amico, lo innalziate a divinità come Anubi e Upuat, lo facciate dipingere come Rubino dei Gonzaga nella vostra camera da letto o vi accompagni nella caccia o a passeggio, qui ne troverete tre che vivono tra le pagine dei libri.
1. Argo


Immaginate avere una moglie, un figlio e un cucciolo di cane ma dovete separarvi da loro per questioni urgenti. Tornate dopo vent’anni in incognito, vestiti di stracci, volete fare una sorpresa.
Ecco che dal giardino «un cane, sdraiato là, rizza muso e orecchie, giaceva, trascurato, sul letame di muli e buoi, pieno di zecche, muove la coda, abbassa le orecchie». Vi ha riconosciuto. Vi sfugge una lacrima, voi forte, voi astuto, voi tutto d’un pezzo.
Quel cane vi ha aspettato per tutto quel tempo. Non vuole tradirvi, non vuole che facendovi le feste vi riconoscano. Ora può morire. Voi siete Ulisse. Lui è Argo.
2. Jek e Jak


Non me ne vogliate se cito un folle, Lionel Asbo, che tiene due splendidi pitbull, due gocce d’acqua tra loro ma al negativo. Sono i suoi strumenti di lavoro, si chiamano Jek e Jak, «vengono portati ogni giorno a fare le loro passeggiatine, o per meglio dire le loro ronde aggressive», ma sempre uno alla volta.
Pare che si chiamino così per via del dottor Jekyll e di Jack lo Squartatore, la pronuncia è la stessa, vivono sul balcone, ringhiano e girano continuamente in tondo. La loro dieta? Qualcosa che assomiglia al filet mignon farcito con peperoni verdi e tanto tabasco.
Il problema maggiore è che fissano la piccola Cilla, cucciola umana, tutti ansimanti come se fosse una rivale…
3. Julius il cane


Che la famiglia Malaussène sia strampalata e fuori dal comune è un dato assodato. Il cane lo è altrettanto:
di razza molteplice, epilettico quando sente un pericolo, puzzolente come una discarica, usa mettere il muso tra le chiappe della gente per conoscerla meglio, accompagna ogni giorno Benjamin alla fermata della metropolitana per poi andarsene a rimorchiare e proliferare in giro per Belleville, è sempre d’accordo per uscire e sempre contento di rientrare, scampa a tanti di quei pericoli e sopravvive a tante di quelle crisi epilettiche che sembra destinato ad vita aeternam.
E invece no, morirà, Julius il cane, e verrà sepolto al Père-Lachaise «come cittadino del mondo».
Ode al cane, dunque, fedele amico, simpatico quadrupede, dallo sguardo rivolto all’aperto, all’infinito, dallo sguardo dove ci si sprofonda, festoso al tuo ritorno per assenze anche di pochi minuti, camminatore instancabile.
Bibliografia:
Omero, Odissea, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, 2005
Martin Amis, Lionel Asbo Stato dell’Inghilterra, traduzione di Federica Aceto, Einaudi, 2013
Daniel Pennac, Il ciclo di Malaussène, traduzione di Yasmina Melaouah, Feltrinelli, 2015

