Le signore della scrittura di Sandra Petrignani

Virginia Woolf in Una stanza tutta per sé scriveva: «Donne e romanzo, per quel che mi riguarda, rimangono questioni irrisolte».

Di tempo ne è passato da allora e, evidentemente, dai tempi di Virginia Woolf molte cose sono cambiate. Eppure, tra le donne scrittrici, ancora oggi insiste una insofferenza che attraversa le loro vite professionali. E, in qualche modo, donne e romanzo continuano a rimanere una questione irrisolta.

Le signore della scrittura: ieri e oggi 

Agli inizi degli anni ’80 Sandra Petrignani intervista alcune scrittrici italiane molto note e molto amate dal pubblico dei lettori dell’epoca. Interviste che inizialmente furono pubblicate sul quotidiano “Il Messaggero” e nel 1984 furono raccolte nel libro Le signore della scrittura, edito da La tartaruga.

A distanza di quasi 40 anni Le Signore della scrittura tornano a parlare e a parlarci. E nonostante i quarant’anni trascorsi e le battaglie apparentemente vinte dalle donne, e dalle scrittrici, la loro voce è ancora molto attuale e racconta situazioni che sono molto più tangibili di quanto si potrebbe pensare.

Il trait d’union che accomuna le scrittrici intervistate è un sentimento di malcontento che cammina a braccetto, in ognuna di loro, con un sentimento di amore e passione nei confronti di un mestiere che altrimenti, probabilmente, non avrebbero potuto portare avanti.

Sono nove scrittrici quelle che intervista la Petrignani, a cui poi si aggiungeranno altre due interviste “immaginarie” alla Morante e a Natalia Ginzburg, ricostruite attraverso dialoghi fatti in altre circostanze. Sembrano poche, quasi che la Petrignani avesse voluto fare una selezione, e invece all’epoca le signore della scrittura si contavano sulle dita di due mani. Erano solo loro e di alcune di loro, oggi, non si sente nemmeno più parlare.

Libro Le signore della scrittura di Sandra Petrignani su un tavolo
Sandra Petrignani – Le signore della scrittura

Donne che all’epoca dell’intervista avevano un’età compresa tra i 70 e gli 80 anni e che, a distanza di tempo, raccontano di un’attualità che nell’editoria si fa largo tra le difficoltà oggettive che le donne, seppur amate dal pubblico, continuano a dover affrontare: la condizione di esclusione all’interno di un canone letterario eterogeneo che le vede scartate dai manuali scolastici o dalle antologie di letteratura, o dalle situazioni più disparate in cui sono gli scrittori, maschi, ad avere la meglio.

Un venire sempre dopo che diventa mancanza di riconoscimento e si traduce in quel senso di inadeguatezza che le donne continuano a subire, come donne e come professioniste, «perché sono scrittrici e non scrittori».

Un libro prezioso quello della Petrignani che, oltre a tratteggiare l’immagine personale di donne che hanno fatto della scrittura la loro ragione di vita, le vede, nonostante le personalità contrapposte, rientrare sotto lo stesso cappello, accomunate da quel senso di esclusione che diventa una sorta di velo persistente all’interno dei loro racconti, un velo che offusca ancora quella lunga strada da percorrere affinché l’identità femminile possa rientrare all’interno di un modello universale che le includa totalmente e le tolga dall’impasse di dover, ancora, pensare che «essere donna […] pesa ancora molto».

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